Come avere una pensione più alta: 4 consigli pratici
Come avere una pensione più alta? Tra l’aumento dell’età pensionabile e la difficoltà dei più giovani a trovare un lavoro stabile, raggiungere l’età per l’assegno pensionistico diventa sempre più complicato. Inoltre, l’importo della pensione, viste queste premesse, potrebbe scendere nonostante il costo della vita sia sempre più alto. Difatti, anche gli stipendi sono rimasti fermi agli anni ’90, mentre mantenersi e vivere dignitosamente diventa sempre più complicato. In questo scenario complesso e variegato, però, ci sono alcuni accorgimenti che si possono prendere per garantirsi un assegno della pensione più alto, vediamo quali sono.
Riscatto degli anni di laurea
Cosa significa riscattare gli anni della laurea? Se ne sente sempre parlare, ma non tutti hanno chiaro cosa si intenda. In parole semplici, il riscatto degli anni di laurea consiste nel convertire gli anni trascorsi all’università in anni per l’anzianità contributiva. Questi anni, sommati a quelli di lavoro, possono permettere al pensionando di uscire prima dal mercato del lavoro con un assegno più alto. Non esiste un termine entro cui mandare la domanda di riscatto, quindi può essere inoltrata in qualsiasi momento. Conviene farlo comunque il prima possibile per il fatto che la somma da versare viene calcolata sul proprio stipendio (o più in generale il proprio reddito). In questo modo sarà possibile avere un numero più alto di anni di contribuzione alle spalle e, di rimando, un assegno pensionistico maggiore.
Verifica dei contributi Inps
Per tenere ogni cosa sotto controllo, è molto utile operare una verifica dei contributi INPS versati, al fine di capire quanto, effettivamente, potrebbe arrivarci di assegno pensionistico. Basta recarsi alla sede più vicina e la verifica a proprio carico e a carico del datore di lavoro viene fatta in poco tempo. Si tratta di un’azione importante poiché si è passati dal metodo retributivo a quello contributivo e oggi saranno in molti ad andare in pensione con il sistema misto che, come sappiamo, rispetto al retributivo puro toglierà qualcosa nell’assegno pensionistico.
Cumulo, Totalizzazione e Ricongiunzione
In linea generale, la maggior parte dei contribuenti ha svolto diverse mansioni nel corso della propria vita ed è quindi probabile avere contributi in diverse gestioni previdenziali e non è raro che si affrontino delle difficoltà nel momento in cui si cerca di riunificare tutte le pensioni in un unico assegno. In questi casi possono arrivare in soccorso tre metodi interessanti che vi elenchiamo:
- Cumulo: il lavoratore autonomo (commerciante, artigiano, coltivatore diretto) con un periodo di contribuzione precedente alla gestione dei lavoratori dipendenti, può cumulare le due gestioni allo scopo di raggiungere i requisiti. Le anzianità contributive possono essere sommate. Dal 2013 questa possibilità è stata estesa anche ai lavoratori dipendenti pubblici o privati e lavoratori autonomi. Vale solo per l’accesso alla pensione di vecchiaia
- Totalizzazione: è possibile, in questo caso, tenere conto dei periodi di contribuzione di tutte le gestioni previdenziali nelle quali sono stati effettuati versamenti, in questo modo si può quantificare il totale dell’anzianità contributiva del lavoratore. Non sarà necessario ricongiungere tutte le posizioni e si potrà andare in pensione a 65 anni e 3 mesi con 20 anni di contributi con la pensione di vecchiaia con la pensione di anzianità in caso si abbiamo in tutto 40 anni e 3 mesi di contributi. In questo caso, però, il calcolo della pensione sarà solo contributivo, anche se si rientrasse nel sistema misto
- Ricongiunzione: in questo caso il lavoratore trasferisce i periodi contributivi accumulati da una gestione all’altra, in questo modo unifica la propria situazione previdenziale. Così, l’accesso alla pensione sarà facilitato e verranno conservati tutti i periodi contributivi.
Fondi pensionistici
Il sistema di previdenza complementare può essere un’ulteriore passo avanti verso un assegno pensionistico più adeguato al costo della vita e agli anni di contributi versati. Con il passaggio al calcolo contributivo, i tassi di sostituzione delle pensioni obbligatorie si sono ridotti fino al 55 per cento per alcune categorie di lavoratori. In questo caso, dunque, il Trattamento di Fine Rapporto diventa la principale fonte di finanziamento di questo tipo di pensione. Ci sono, poi, ulteriori vantaggi ad adottare il sistema previdenziale complementare:
- Deducibilità dei contributi versati
- Agevolazioni fiscali
- Anticipazioni calcolate sull’intera posizione individuale
- Regole più flessibili
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