‘Ho assunto un candidato con 3 refusi nel CV’: la recruiter contro le regole di selezione del personale

La selezione del personale è un ambito di lavoro molto difficile. Serve capacità di giudizio, pensiero critico e molta esperienza sul campo. Scegliere il candidato ideale fra centinaia di curriculum vitae non è un’impresa facile e non tutti possono farlo. Ultimamente stiamo assistendo a numerosi cambiamenti: basti pensare a come è cambiato il colloquio di lavoro con Esselunga grazie all’intelligenza artificiale, oppure agli algoritmi che, in base a parole chiave, scartano i CV e ne scelgono altri. In questo contesto c’è chi va contro corrente e punta il dito proprio sulle regole che i reclutatori usano per scegliere la figura professionale più adatta. È il caso di Natasha Bowman, fondatrice di una società di talent recruiter con sede a New York.

Le stupide regole di selezione del personale

Il post di Natasha Bowman ha sollevato molti interrogativi ed è stato rilanciato da migliaia di persone, fra cui anche addetti ai lavori di origine italiana. Con più di 8mila commenti e 240mila reazioni, molti selezionatori e candidati hanno aperto un ampio dibattito sul tema. La Bowman ha esordito senza mezzi termini: “Possiamo per favore buttare tutte quelle stupide supposizioni e regole che abbiamo creato nella nostra testa su ciò che una persona deve essere, sembrare, avere fatto, e fare, per avere successo? Nella mia esperienza, come responsabile delle Risorse Umane, sono quelli che in genere non ‘colpiscono’ che tendono a ‘spaccare’ sul posto di lavoro! Quindi, prima di buttare via quel curriculum perché non ha tutti i certificati e la laurea o non richiamare quel candidato perché non ha dato una stretta di mano ferma, pensa di provare qualcosa di nuovo. Qualcuno di nuovo“.

Gli esempi di Natasha Bowman

Sul suo profilo Linkedin la recruiter scrive: “Ho assunto qualcuno che non mi ha stretto la mano con fermezza durante l’intervista – è diventato un impiegato di successo. Ho assunto qualcuno con tre refusi sul loro curriculum. Era la persona più precisa con cui abbia mai lavorato. Ho assunto qualcuno senza una laurea: era molto più intelligente, innovativo e creativo di me! Ho assunto qualcuno con quattro figli. Non ho mai incontrato qualcuno così devoto e impegnato nella sua carriera. Ho assunto qualcuno che era stato incarcerato da giovane adulto. Adesso è un vicepresidente. Ho assunto qualcuno con più di 60 anni, mi ha insegnato alcuni trucchi su Excel che uso fino ad oggi“.

La solita storia del curriculum perfetto

Non esiste il curriculum perfetto, è ovvio. Allo stesso tempo è giusto avere delle linee guida che insegnino a ogni candidato come presentarsi a un datore di lavoro e come comportarsi a colloquio. Come tutti gli esempi, anche quello della Bowman è da prendere con cautela. Quello che sostiene la professionista, infatti, non consiste nel dare meno importanza come candidati a questi particolari, ma sollevare una questione molto importante per i reclutatori: avere maggiore capacità di giudizio, non soffermarsi troppo sui particolari ma sviluppare una visione di insieme. Tutte cose non semplici e che richiedono una formazione più profonda. Selezionare un candidato fra centinaia di CV rimane comunque un’impresa ardua.

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