Un milione di posti di lavoro in Italia, ma non si trovano candidati
Dalla crisi economica del 2008 ad oggi si sente spesso dire che non si trova lavoro. Questa situazione in Italia è peggiorata dagli anni ’90 fino ai giorni nostri, ma ora, con la rivoluzione industriale dell’età digitale, le carte in tavola stanno cambiando. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo aumento dei posti di lavoro nel settore tecnologico e digitale conseguente all’informattizzazione delle aziende. In questo contesto anche i ruoli all’interno delle imprese mutano e così le competenze richieste a un impiegato oggi, sono molto diverse da quelle di vent’anni fa.
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Un milione di posti di lavoro in italia
Secondo quanto emerge da una ricerca condotta da Unioncamere relativa ai dati sulla disoccupazione, nel primo trimestre, le imprese offriranno 1,1 milioni di posti di lavoro nel paese. Nello studio rientrano tutte le città, da Milano a Palermo. Molte di queste opportunità di lavoro, però, saranno destinate a rimanere vacanti. Il motivo? Sono le specializzazioni e le lauree richieste. Molte aziende cercano fisici, chimici, matematici e informatici per un totale di almeno 355mila posti di lavoro. Si cercano, quindi, profili professionali che sappiano lavorare nel campo dell’innovazione tecnologica 4.0: data scientist, operai specializzati, chimici, esperti di marketing, modellisti di capi di abbigliamento, addetti alle lavorazioni dei prodotti alimentari.
I ragionieri sono introvabili
Ci sono addirittura alcune figure che un tempo hanno fatto la storia del mondo del lavoro nel cinema italiano – il famoso ragioner Fantozzi – che oggi sono richieste ma introvabili. Nella meccanica il problema non è diverso, così come nel campo dell’arredo. Capi tecnici, attrezzisti, ragionieri, questi mestieri hanno ancora un seguito importante nonostante l’enorme trasformazione in atto, ma putroppo sono sempre più difficili da trovare. Ovviamente anche programmatori, sviluppatori, propotipisti della moda e tecnici di laboratorio sono molto richiesti. Dunque, secondo i dati di Unioncamere, il lavoro c’è, ma manca il personale specializzato.
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