Quota 100, Beretta: sostituirla con pensioni flessibili
Non mancano le proposte per sostituire la Quota 100, una misura pensionistica che avrebbe dovuto facilitare lo sblocco del turn over, ma che a conti fatti non sta raggiungendo i risultati sperati. Dopo le parole del futuro vice presidente dell’Inps, Maria Luisa Gnecchi, è il turno del sottosegretario al Ministero dell’Economia Pier Paolo Beretta, che in un’intervista al Corriere della Sera ha sottolineato le sue proposte per migliorare la riforma. Ricordiamo che Beretta, assieme alla Gnecchi, ha partecipato alla stesura del Ddl 857 proposto da Cesare Damiano.
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Beretta: sostituire Quota 100 con pensioni flessibili
Nel mirino c’è ovviamente la Quota 100, che consente di andare in pensione in anticipo con 62 anni di età e 38 di contributi. Per Beretta è impensabile poter preparare una legge di bilancio al fine di fermare l’aumento dell’IVA, ecco perché è necessario ripartire dal sistema previdenziale. Il PD non rinnoverà la Quota 100 e a confermarlo è lo stesso Beretta: “Non c’è assolutamente l’intenzione di andare oltre i 3 anni di sperimentazione di quota 100“. L’idea, dunque, consiste nel trovare misure alternative che rendano più flessibili le pensioni.
Le misure flessibili proposte da Beretta
Per Beretta è necessario partire con la massima flessibilità; secondo il sottosegretario, ogni lavoratore che raggiunga l’età pensionabile e gli anni di contributi previsti, dovrebbe essere libero di scegliere se andare in pensione e non essere vincolato come oggi. Questa, in definitiva, sarebbe la tipologia di flessibilità alla quale tende Pier Paolo Beretta. Con l’avvicendarsi del sistema di calcolo contributivo delle pensioni, questa possibilità è reale. Se le pensioni vengono calcolate e liquidate in base agli anni di contributi versati, per Beretta, il lavoratore deve essere necessariamente libero di andare in pensione quando lo desidera, al netto dell’età anagrafica prevista e degli anni versati.
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SE A NOI 54 ENNI NON CI AIUTATE A TROVARE LAVORO NON POTREMMO MAI ARRIVARE ALLA PENSIONE HO 26 ANNI DI CONTRIBUTI SE IL GOVERNO CI AIUTA AD UN INSERIMENTO IN ENTI PUBBLICI NOI POTREMMO ARRIVARE AI NOSTRI CONTRIBUTI
Ci sono troppe proposte ma le piu giuste non le rammentano mai.
Bisogna andare in pensione con i contributi versati e se non bastano si va con quella di vecchiaia ( 65 anni che è la media europea) per andare con i contributi versati basta 41 ,sono piu che sufficienti.
Non bisogna essere dei geni per capirlo.