Pensioni 2020: via dal lavoro a 56 anni, ecco chi potrà farlo
Nel corso di quest’anno per i nati nel 1953 sarà possibile andare in pensione con la formula previdenziale del requisito di vecchiaia: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Nel corso dei prossimi 12 mesi, dunque, chi raggiungerà questi requisiti potrà lasciare il lavoro. Ma non c’è solo questa novità. Potranno lasciare il mercato del lavoro anche i lavoratori nati fra il 1963 e il 1964. Saranno necessari requisiti più stretti, ma vediamo in cosa consistono.
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Pensione anticipata per i nati dal ’58 al ’61
Per chi è nato nel 1958, quest’anno potrà raggiungere il requisito dell’età che consente di andare in pensione anticipata con la Quota 100. Ricordiamo che la misura prevede l’uscita con 62 anni di età e almeno 38 di contributi versati. Sarà possibile andare in pensione anche con 61 anni e sette mesi nel caso si svolgano lavori usuranti o notturni. Opzione Donna viene prorogata per le lavoratrici nate nel 1960/61: potranno lasciare il lavoro con 58 anni se dipendenti o 59 se autonome se hanno compiuto gli anni entro la fine del 2019. Ricordiamo, però, che il calcolo dell’assegno sarà basato sul metodo contributivo. Con la Quota 41 potranno, inoltre, andare in pensione i nati nel 59/60 se uomini e nel 60/61 se donne e se hanno maturato contributi a partire dai 18 anni di età. Con l’Ape sociale, invece, i nati nel ’57 potranno uscire quest’anno con 63 anni di età se rientrano nelle seguenti categorie: lavoro gravoso, disabilità pari o superiore al 74 per cento, disoccupati, chi assiste famigliari disabili, chi ha almeno 36 anni di contributi.
Pensione anticipata per i nati dal ’62 al ’64
Con la Quota 41 potranno andare in pensione anche coloro che sono nati tra il ’62 e il ’64 purché abbiano maturato almeno 12 mesi di contributi prima del 19esimo anno di età e che abbiamo cominciato a lavorare nel ’77/’78, tra i 14 e i 15 anni e se rientrano in una delle seguenti categorie: disoccupati, disabili oltre il 74 per cento, che assistono famigliari disabili o hanno svolto lavori gravosi o usuranti.
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Ho lavorato da l 1 luglio 1978 fino al 31dicembre 2019 già inserito servizio di leva…Dal 1 gennaio mi sono fatto licenziare per problemi alle ginocchia.Secondo voi è meglio chiedere la Naspi oppure rientrare in quota 41 precoci?Grazie a chi mi risponderà.
Buongiorno Ruggero,
Se rientra nei requisiti della Quota 41 potrebbe richiedere il pensionamento con questa formula previdenziale, lasciando perdere la Naspi. Ad ogni modo, essendo questo un caso particolare, le consigliamo di rivolgersi all’INPS per non avere ‘brutte sorprese’ nel caso decidesse di chiedere la Naspi.
La Redazione
Buongiorno,
sono nato 1969, ho iniziato a lavorare nel 1985 fino al 2017, sono andato in Naspi per 2 anni, ho lavorato per 6 mesi, e adesso ho richiesto la Naspi calcolata per 77 giorni, totale contributi versati compreso di Naspi 34 anni. Visto che sono un lavoratore precoce in che regime rientrerei? potrei fare versamenti volontari per arrivare a quota 41?
Grazie