Quota 100: arriva la stretta dei tre mesi in più prima di lasciare il lavoro
La Quota 100, una misura molto discussa che consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi, continuerà fino al 2021, anno della scadenza. Fino a questo momento è stata una misura criticata, voluta da pochi e vista male da molti anche a livello internazionale. Il Governo attuale, però, potrebbe attuare delle modifiche importanti e chi sceglierà questa strada per andare in pensione, potrebbe vedersi allungare l’attesa per il primo assegno.
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Quota 100 modificata: Ipotesi al vaglio dei tecnici
I tecnici sono al lavoro sulla prossima Manovra e all’interno non manca la possibilità di modificare sensibilmente la Quota 100 per tutti coloro che ne faranno uso entro il 2021. L’ipotesi consiste in una stretta di tre mesi, ovvero un’attesa di tre mesi in più prima di poter percepire il primo assegno. In questo modo, secondo le proiezioni, il Governo risparmierebbe almeno 600 milioni nel 2020 e quasi un miliardo nel 2021, quando sarà a regime. L’obiettivo dell’esecutivo, infatti, è quello di sostituire la Quota 100 entro il 2022; il sistema maggiormente favorito è quello flessibile basato sull’Ape Sociale.
Una Quota 92 con 64 anni di età
Tra le prospettive più gettonate spicca quella dell’esponente e senatore PD Tommaso Nannicini; lasciare il lavoro a 64 anni di età con il ricalcolo contributivo dell’intero assegno e l’introduzione della Quota 92 dedicata alle categorie di lavoratori più deboli, come i disoccupati. Opzione Donna e Ape sociale, comunque, dovrebbero essere prorogate anche per il prossimo anno.
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