Pasticcere napoletano non trova dipendenti: “Si licenziano per il RdC”

Salvatore Capparelli è un pasticcere napoletano che negli anni ha ricevuto grandi consensi per i suoi babà e per le sue sfogliatelle. Gli elogi compaiono regolarmente sulla sua pagina social e si direbbe che il suo laboratorio non conosca crisi. Ora però, visti i problemi nei quali versa, ha deciso di denunciare la sua situazione a Mattino Cinque. Circa il 60 per cento dei dipendenti della sua pasticceria ‘Il Capriccio’, riporta anche Il Messaggero, ha deciso di licenziarsi e lasciare il lavoro per avere il reddito di cittadinanza.

I dipendenti si licenziano per il RdC

Questo è quanto denuncia Salvatore Capparelli. Secondo il suo racconto, più della metà dei suoi dipendenti, negli ultimi mesi, ha lasciato il posto di lavoro per rimanere a casa e ricevere il reddito di cittadinanza. La notizia è stata riportata anche dal Mattino di Napoli e sta rapidamente facendo il giro del web fra polemiche e insinuazioni. Come ha spiegato il pasticcere napoletano: “Chi ha un impiego si fa licenziare per godere di un assegno. Allo Stato non chiedo di eliminare il reddito, ma di fare in modo che funzioni“.

Costretto a chiudere la pasticceria

Se i dipendenti non ci sono, la pasticceria non può andare avanti e Salvatore è costretto a chiuderla. Da quando la notizia è stata resa pubblica, però, molti sul web si chiedono a quanto ammontasse lo stipendio medio di un dipendente della pasticceria. Ricordiamo che negli ultimi mesi sono stati molti gli imprenditori a lamentarsi di questa dinamica e che le polemiche inerenti al salario non sono mai mancate. Per ora, però, l’unica cosa certa è che un’attività ben avviata nel centro di Napoli rischia di scomparire per sempre.

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Un pensiero su “Pasticcere napoletano non trova dipendenti: “Si licenziano per il RdC”

  • 15 Settembre 2019 in 2:09 pm
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    secondo me è matto chi crede che una persona sana di mente lasci un normale lavoro per cadere nell’assistenzialismo… ho scritto normale, si legge con doveri ed anche diritti. (per inciso i diritti sono principalmente Dignità della persona lavoratrice, capacità di acquisto, indi sostentamento della propria famiglia, soddisfazione di svolgere il proprio lavoro senza essere gratuitamente insultata o molestata o umiliata!) Il problema è che i commercianti sono stretti da una morsa che si chiama stato, non messi al muro dai lavoratori che chiedono di non tornare ai tempi degli schiavi… Questo lo abbiamo compreso?

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