Non solo RdC, arriva ipotesi reddito per il lavoro, ma solo per alcuni
Il reddito di cittadinanza è stato il cavallo di battaglia del M5S durante le ultime elezioni. La misura consentirebbe il reinserimento nel mondo del lavoro grazie al Patto del Lavoro, oltre al sostentamento delle famiglie più bisognose grazie a un assegno mensile. L’idea è stata fortemente criticata e, ad oggi, non è ancora del tutto partita. Per questi motivi, con il nuovo esecutivo PD-M5S potrebbe subire delle pesanti modifiche o essere del tutto cancellata. Ora però la situazione potrebbe cambiare a favore del reddito per il lavoor.
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Modifiche al reddito di cittadinanza?
Negli ultimi giorni, il nuovo Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha espresso la sua opinione in merito al reddito di cittadinanza: “Il reddito di cittadinanza verrà confermato. Il nuovo Governo condurrà una verifica del suo funzionamento insieme alle parti sociali, cercando il modo per migliorarlo“. Le modifiche, dunque, sono in programma, così come avevano confermato sia Luigi Di Maio che il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Non si sa ancora quali saranno queste modifiche, anche se il Presidente di Cnel, Tiziano Treu, ha anticipato alcune possibilità, come il rafforzamento degli incentivi ai più bisognosi. In questo contesto e nell’attesa del termine della fase di studio dell’assegno unico, si fa strada un’altra ipotesi: il reddito per il lavoro.
Cos’è il reddito per il lavoro e come funzionerebbe
È stato il Presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, ad annunciare l’ipotesi del reddito per il lavoro. Si tratta di una misura che dovrebbe aiutare i giovani in cerca di lavoro al termine del periodo di formazione. Per ora, dunque, il provvedimento potrebbe essere attivato solo quella regione. Ovviamente, se dovesse funzionare, potrebbe essere esteso a tutta Italia. Secondo le parole di Paparelli, la misura verrebbe finanziata con le risorse derivanti dalla cassa integrazione in deroga che non vengono utilizzate e che lo Stato deve restituire. A usufruire della misura saranno poi i giovani con ISEE tra i 6 e i 12mila euro all’anno che non hanno ancora trovato lavoro al termine del loro periodo di formazione. Come ha spiegato Paparelli, si tratta di “un reddito di inclusione accompagnato da un’esperienza lavorativa, formativa sul campo e che incentiva le aziende ad assumere“. La misura, dunque, rientrerebbe nel piano regionale per il contrasto alla povertà.
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