Denunciano caporale: 14 migranti ottengono permesso di soggiorno
Sfruttare i migranti per pochi euro all’ora, mandandoli nei campi a raccogliere pomodori, sembra essere diventata una prassi in Italia. In questa storia, però, c’è un lieto fine. Frank, Blessing, Bayesal e Demba, originari del Senegal, della Costa D’Avorio, del Mali e del Camerun, lavoravano fino a 14 ore al giorno nei campi a raccogliere pomodori con una paga da 4 euro all’ora. Poi, qualcosa è scattato e hanno deciso di denunciare il loro sfruttatore.
I fatti del 2017
L’uomo che li sfruttava è un cittadino marocchino che aveva ‘in consegna’ dei campi coltivati di proprietà di alcune famiglie venete. Secondo le ricostruzioni fatte dai braccianti, faceva lavorare i dipendenti per 14 ore filate o addirittura intere giornate, in alcuni casi senza nemmeno pagarli o privandoli dei loro risparmi. Questo sfruttamento è andato avanti fino a quando quattro di quei ragazzi non hanno deciso di denunciarlo per caporalato. Ora quel gruppo di lavoratori è assistito dai due avvocati Zeno Baldo e Davide Zagni, e ha ottenuto il permesso di soggiorno per grave sfruttamento lavorativo. Durerà sei mesi ed è previsto dal Decreto Salvini.
Cosa prevede il Decreto Salvini sul caporalato
I braccianti interessanti sono 14 in tutto. Hanno fatto richiesta del permesso di soggiorno per richiedenti asilo a causa di quei gravi motivi e l’hanno ottenuto per i prossimi sei mesi. Secondo quanto previsto dal Decreto Salvini, il permesso di soggiorno può essere rilasciato a quel lavoratore che risulti sottoposto a una grave forma di sfruttamento e che abbia denunciato per questo motivo il suo datore di lavoro. Il documento può essere rinnovato e consente di poter essere messi in regola. Per lo sfruttatore, invece, è scattata la ricerca da parte delle forze dell’ordine e su di lui pende un’inchiesta per sfruttamento sul luogo di lavoro.
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