Pensioni, proposta Fornero: contributi ai disoccupati, ecco come

Negli scorsi giorni la CGIL ha lanciato l’allarme pensioni: i 30-40enni di oggi, secondo lo studio del sindacato, potranno uscire dal mercato del lavoro solo dopo i 70 anni di età e con assegni molto bassi. La causa? Il lavoro precario, a tempo parziale e discontinuo che non garantisce un accumulo contributivo dignitoso per il pensionamento, il tutto unito al regime contributivo puro, entrato in vigore dal 1996 e la riforma Fornero. Per questo motivo, l’ex Ministro Elsa Fornero ha lanciato la sua proposta.

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Pensioni, l’analisi della Fornero

Con il sistema previdenziale di oggi, i giovano non avranno un futuro pensionistico dignitoso e andranno in pensione ben oltre i 70 anni. Secondo le simulazioni, infatti, l’attuale sistema contributivo e le carriere discontinue, produrranno aliquote basse o inferiori al Fondo Lavoratori Dipendenti. A questo scenario contribuisce anche la riforma Fornero, con la quale l’età pensionabile e l’aumento dell’aspettativa di vita sono state legate. Elsa Fornero è intevenuta proprio sul tema durante la trasmissione UnoMattina Estate, presentando la sua proposta allo scopo di garantire un futuro pensionistico dignitoso per i giovani di oggi. Come riportato dalla tabella pubblicata anche dal quotidiano online Today.it:

Pensioni proposta fornero

Secondo l’ex Ministro Fornero, il vero problema risiede nel sistema contributivo adoperato per il calcolo della pensione; in questo modo l’assegno dipenderà solo dai contributi versati durante la vita lavorativa, troppo pochi con carriere parziali e discontinue.

Pensioni, proposta Fornero: contributi dallo Stato

Dopo aver esposto il problema, l’ex Ministro ha lanciato la sua proposta, che consiste in un intervento dello stato grazie alla tassazione generale: “Ricorrere al fisco sui redditi, così che coloro che sono più ricchi paghino di più, secondo un sistema proporzionale sancito dalla nostra Costituzione“. In altre parole, lo Stato dovrebbe usare le risorse recuperare dalla tassazione generale per coprire i periodi di contribuzione mancanti dovuti alla disoccupazione. Alla domanda relativa alla sua riforma ha poi risposto: “Se le circostanze si ripresentassero esattamente come allora, sì, quella riforma la rifarei“.

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