Salario minimo: l’importo scende a 8 euro l’ora
I due partiti di maggioranza e oggi al Governo, Lega e M5S, hanno da poco raggiunto un’intesa sul Salario minimo che comporterebbe, nei fatti, una riduzione della retribuzione oraria. Secondo quanto previsto dal disegno di Legge Catalfo, la paga oraria doveva ammontare a 9 euro l’ora ma, a causa di alcuni accorgimenti definiti ‘tecnici’, potrebbe scendere a 8. Al momento si parla di 9 euro ‘complessivi’ e in base all’accordo verrebbero compresi anche i ratei del Tfr e della tredicesima.
Ammontare del salario minimo più alto rispetto a quello odierno
L’ipotesi degli 8 euro di paga oraria sono comunque di più dei 6 previsti dall’Inps come salario minimo ai fini dei calcoli previdenziali. In ogni caso equivale al 51 per cento del salario mediano, come sottolinea Il Messaggero, una misura utilizzata dai paesi Ocse che mostrano una paga oraria minima fissata tramite legge. Il sottosegretario della Lega, Claudio Durigon, alcuni giori fa ha spiegato: “Non è ipotizzabile penalizzare ulteriormente le aziende che invece hanno bisogno di incentivi per rilanciarsi. Siamo perfettamente d’accordo a garantire gli stipendi, ma occorre oculatezza per non danneggiare le imprese, sennò si rischierebbe l’effetto opposto“. Oltre al salario minimo dovrebbe arrivare anche un taglio del cuneo fiscale per le imprese. Queste sono le intenzioni del Governo. Manca, però, un report sugli effettivi costi: per l’INAPP, un salario minimo di 9 euro avrebbe un costo di 6,7 miliardi.
Le parole di Pasquale Tridico (INPS)
Sull’argomento è intervenuto anche l’attuale Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Durante l’intervista per Skytg24, in risposta alle parole di Claudio Durigon ha confermato: “Mi sembra opportuno e ragionevole, ancorare una parte dell’aumento dei salari a una forma di riduzione del cuneo o a una forma di sgravio che possa ancorarsi a un credito d’imposta per il corrispettivo dell’aumento. Sono discussioni in corso che la politica farà e che mi sembrano andare nella giusta direzione“. Da parte di Confindustria, invece, sono arrivate le critiche. Il Presidente Vincenzo Boccia ha risposto: “Siamo critici sul salario minimo come concetto, perché riteniamo che non sia una variabile indipendente dall’economia ed è una questione che riguarda tra l’altro le relazioni sociali. Abbiamo fatto una proposta che è quella di una legge della rappresentanza che pesa le grandi categorie e le grandi associazioni che rappresentano le imprese e i lavoratori. Da lì bisogna partire“.
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