80 milioni di posti di lavoro in meno a causa del riscaldamento globale
Il riscaldamento globale è un dato di fatto e su questo non si può discutere. Dai vari movimenti ecologisti fino a Greta Thunberg, la mobilitazione, quest’anno, è stata uniforme in tutto il mondo. L’innalzamento delle temperature nei prossimi anni provocherà danni irreversibili non solo all’ambiente, ma anche al nostro stile di vita e al sistema lavorativo al quale siamo sempre stati abituati. Secondo l’ultimo rapporto dell’ONU, la perdita economica causata dallo stress termico sarà di 2400 miliardi di dollari e perderemo 80 milioni di posti di lavoro nel mondo entro il 2030.
Cos’è lo stress termico
Non sono in molti a mettere in risalto questo problema. Lo stress termico è un’eventualità con la quale dovremmo fare i conti, basti pensare a quest’ultimo anno, fra i più caldi mai registrati in Italia. Con questo termine si intende una ‘soglia’ del calore maggiore rispetto a quella che il nostro corpo può tollerare. È fissata a 35 gradi, con elevatà umidità. Oltre questo valore il nostro corpo comincia a danneggiarsi, per questo motivo l’eccessivo calore sul posto di lavoro può essere un danno grave per la salute: nei casi estremi possono verificarsi colpi di calore anche fatali.
Il rapporto dell’ONU
A rivelare questo scenario è l’ultimo rapporto dell’ONU e dell’Organizzazione del Lavoro sul tema, intitolato ‘Lavorare su un pianetà più caldo’. Secondo il report, l’impatto dello stress termico sulla produttività lavorativa sarà una conseguenza molto grave del riscaldamento globale e si aggiungerà ad altri danni e scompensi che colpiranno il nostro pianeta: perdità di biodiversità, modificazione del regime delle piogge, innalzamento dei livelli dei mari. Le proiezioni del report si basano su di un innalzamento della temperatura terrestre di 1,5 gradi e suggeriscono che, in questo caso, entro il 2030 il 2,2 per cento delle ore lavorative a livello globale andranno perdute.
Quali paesi ne soffriranno le conseguenze maggiori
Come ci si può aspettare, i paesi del mondo non verranno colpiti tutti alla stessa maniera. A farne le spese saranno soprattutto le nazioni dell’Asia del sud e dell’Africa dell’ovest; per loro si stimano 43,9 milioni di posti di lavoro in meno entro il 2030. Oltre agli svantaggi economici che già colpiscono questi paesi, dunque, si aggiungerà anche l’effetto nefasto dello stress termico. Il settore che potrebbe essere maggiormente colpito dal fenomeno è quello dell’agricoltura, che conta 940 milioni di posti di lavoro; in questo caso lo stress termico potrebbe fare molti danni, con perdite delle ore di lavoro fino al 60 per cento. Il settore edile sarà un altro di quelli che ne assorbirà le conseguenze in misura maggiore, con il 19 per cento delle ore lavorative perse. Tra gli altri settori ci sono poi quello del turismo, dei trasporti, dei servizi ambientali
Cosa possiamo fare
Sulla base di queste proiezioni, che dipingono un mondo distrutto dalla fame, dalla siccità, dalla mancanza di lavoro e dall’immigrazione incontrollata – una delle conseguenze primarie – l’ONU ha lanciato l’allarme nei confronti dei paesi più sviluppati, chiedendo maggiori sforzi sulle politiche nazionali al fine di proteggere i lavoratori dallo stress termico e, di conseguenza, l’economia e il benessere mondiale.
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Ma poi dove sta scritto che tutti i mezzi pubblici devono essere alimentati a benzina?! Dov’è scritto che l’energia elettrica va prodotta bruciando petrolio e carbone e non da pannelli fotovoltaici e da fonti rinnovabili? Dov’è scritto che se possibile si devono licenziare i lavoratori e usare gli strumenti tecnologicamente avanzati perché questa è la strategia degli produttori che risparmiano e guadagnano di più!? Se questo è il progresso il progresso ucciderà l’umanità; …. la scienza è talmente limitata che neppure l’origine antropica del riscaldamento globale è scientificamente provabile e neppure è provabile il riscaldamento …. Non è scientificamente provabile perché …. non esiste?! Io non lo dirò mai perché non sono un negazionista; …. siamo nelle mani di tanti presunti scienziati che in realtà sono tutti piccoli dottor Frankestine … speriamo bene; siamo messi proprio male noi e non solo le generazioni che hanno la sfortuna di seguirci!