Rinuncia al reddito di cittadinanza: è possibile? Ecco le conseguenze
La rinuncia al reddito di cittadinanza è al centro del dibattito in questi giorni. Secondo le stime ci sono almeno 130mila beneficiari che intendono fare marcia indietro. Intervistato dal Corriere della Sera, un uomo di mezza età di Napoli, che lavora occasionalmente per due aziende e non guadagna oltre i 5mila euro l’anno, ha spiegato: “Mi aspettavo 780 euro, così avevano detto. Almeno 500, perché essendo assegnatario di alloggio popolare non pago fitto.Me ne sono arrivate 186,46. Il mio problema è: ora mi chiedono di firmare il DID, dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro“.
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Le otto ore di lavoro e formazione
Il vero problema, poi, comincia proprio da quelle 8 ore di lavori sociali e dai corsi di formazione obbligatori: “Se mi mettono per iscritto che le posso cumulare in un solo giorno, e che i corsi sono serali, allora posso continuare a lavorare e accetto l’assegno. Ma nessuno me lo sa dire. E se io invece devo fare due ore al giorno, più due di viaggio, quando lavoro più?Oppure mi scrivono su un pezzo di carta che io rinuncio a tutto per sei mesi, faccio i corsi, e poi dopo ho un lavoro fisso. Allora ci sto. Ma con un milione di domande, dove li trovano un milione di posti di lavoro. Chi ci crede“.
Chi sono i rinunciatari al reddito di cittadinanza
Secondo le stime saranno migliaia i beneficiari che rinunceranno alla misura voluta dal M5S. In particolare, coloro che ricevono un importo di gran lunga inferiore ai 780 euro mensili previsti e si ritrovano a dover fare otto ore di lavori sociali a settimana e corsi di formazione. Chi ha un posto di lavoro precario o sottopagato preferisce tenersi quello anziché puntare su una misura che dà certezze. A tutto ciò si aggiungono i maggiori controlli e le sanzioni previste per chi lavora in nero.
Se trovi un lavoro stagionale non puoi rinunciare al reddito di cittadinanza
Massimo Temussi, Direttore Generale dell’Aspal, intervistato dal quotidiano SardiniaPost ha messo in luce un problema di non poco conto per chi trova un lavoro stagionale: “Per la Sardegna è un grande problema: siamo nel periodo in cui gli operatori turistici stanno completando l’assunzione di personale per la stagione e se un disoccupato oggi trovasse un posto ed è inserito tra i beneficiari del reddito di cittadinanza, non potrebbe accettarlo, pena sanzioni pecuniarie e in alcuni casi anche la denuncia“.
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