Pensioni: Quota 41 dal 2022, ma Quota 100 farà aumentare gli esodati
La riforma delle pensioni del Governo Lega-M5S, ha introdotto una nuova misura grazie alla quale è possibile uscire dal mercato del lavoro con 62 anni di età e 38 anni di contributi. In questi ultimi mesi le richieste si sono moltiplicate fino a toccare le 100mila domande. La misura-ponte sta quindi avendo successo, ma terminerà entro il 2022 e, proprio per questo motivo, rimangono ancora irrisolti alcuni quesiti importanti, come la modifica della Quota 41.
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Pensioni: Quota 41 sostituirà Quota 100?
È la grande domanda che tutti si sono posti da quando è stata ufficialmente introdotta la Quota 100. Al termine di questi tre anni, che consentiranno a migliaia di persone una pensione anticipata, cosa succederà? L’ipotesi più accreditata è quella relativa alla modifica della Quota 41; verrebbe estesa a tutti, indipendentemente dall’età, e consentirebbe di andare in pensione con i soli 41 anni di contributi. Claudio Durigon, sottosegretario al lavoro, ha dichiarato che il prossimo obiettivo del Governo sarà quello di rispondere a questa domanda e tante altre riguardanti l’Opzione Donna e la categoria degli esodati.
Pensioni: Quota 100 aumenterà il numero di esodati?
Altro nodo da sciogliere e che per ora non ha una risposta concreta, ma solo ipotesi. Secondo l’ex Presidente dell’INPS, Tito Boeri, è molto probabile che la Quota 100 possa fare in modo che il numero di esodati aumenti nel corso di questi tre anni. L’ex Presidente INPS è sempre stato critico sulla misura, sottolineando a più riprese che i rischi maggiori li corrono i lavoratori del settore privato. Questa misura, secondo Boeri, non porterà a un ricambio generazionale e sulla stessa linea lo sono anche i sindacati, che in questi ultimi giorni stanno chiedendo un confronto con il Governo.
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