Quota 100: i mestieri esclusi dalla misura pensionistica
La riforma delle pensioni e in particolare la Quota 100, sta avendo successo, se guardiamo i numeri di chi ha fatto richiesta in queste settimane. Almeno 70mila le domande inoltrate, mentre Lega e M5S hanno già stabilito il prossimo obiettivo: estensione della Quota 41 a tutti, indipendentemente dall’età. C’è un aspetto, però, che non è stato preso in considerazione e secondo la Slc Cgil Nazionale è discriminante nei confronti di alcune categorie di lavoratori. Gli esclusi dalla Quota 100.
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Quota 100: i lavoratori esclusi dalla misura
La Quota 100 consente di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi versati. È possibile uscire in anticipo dal mercato del lavoro e in molti stanno sfruttando questa possibilità, anche se molto criticata dalla Commissione UE poiché rischia di portare al collasso alcuni settori, come quello sanitario. La misura-ponte potrebbe quindi avere un effetto boomerang che rischia di peggiorare lo stato del Sistema Sanitario Nazionale, già in una situazione di degrado, ma non è tutto qui. Secondo la Slc Cgil Nazionale, non viene considerato un aspetto molto importante, ovvero i lavoratori esclusi dalla misura, vale a dire i professionisti dello spettacolo e i creativi.
Quota 100: le parole di Emanuela Bizi
Come ha sottolineato Emanuela Bizi, della Slc Cgil Nazionale: “In Italia chi fa l’attore, lo scrittore, lo sceneggiare, il musicista o il danzatore non può contare su nessuna tutela mentre svolge la sua attività, ma è considerato un lavoratore privilegiato quando vorrebbe accedere alla pensione anticipata. Non c’è alcuna possibilità per gli artisti e i creativi italiani di poter accedere alla pensione utilizzando Quota 100, un provvedimento tanto decantato da questo Governo e che sembra ribadire che fare cultura in Italia non conviene“. I vincoli della Quota 100 lasciano fuori gli artisti e nel mondo dello spettacolo, le collaborazioni occasionali sotto i 5000 euro l’anno e con obbligo contributivo non consentono l’accesso alla misura a causa del diritto d’autore e il diritto connesso. La sindacalista Emanuela Bizi quindi lancia l’allarme: “Se tali incompatibilità con Quota 100 non verranno rimosse, è evidente che ci troveremo di fronte ad una discriminazione inaccettabile che, per giunta, scoraggia la produzione di cultura in Italia. Anche così si consegna il nostro Paese all’oblio dell’ignoranza“.
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