Ape Social e Precoci: accolto solo il 42% delle domande

Negli ultimi giorni la riforma delle pensioni è al centro di un lungo dibattito. La Commissione UE ha recentemente bocciato, ancora una volta, la Quota 100. La misura-ponte che negli obiettivi del Governo Lega-M5S dovrebbe portare all’estensione della Quota 41 a tutti, indipendentemente dall’età, rischia di aumentare la spesa pubblica e di lasciare un buco nel settore sanitario che sarà difficile da richiudere senza provvedimenti mirati. In tutto questo, però, Ape Social e Precoci sono rimasti indietro e la situazione per loro non è delle migliori.

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Ape Social e Precoci: solo il 42 per cento delle domande accolte

Per chi sceglie la formula dell’Ape Social e per i lavoratori precoci, non arrivano buone notizie dagli ultimi monitoraggi effettuati dall’Inps alla data del 28 febbraio 2019. Il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, in una lunga nota ha puntato il dito contro il sistema: “Dal monitoraggio effettuato dall’Inps al 28 febbraio 2019 sulla gestione ‘Ape social’ e ‘Lavoratori precoci’ 2017-2018, si evince che le due misure sono state, purtroppo, accessibili a pochi, discriminanti nei confronti delle donne, e quindi andrebbero ripensate radicalmente. Già da tempo avevamo espresso le nostre riserve sulla regolamentazione dei due provvedimenti, e i dati di oggi dimostrano che erano ampiamente fondate“.

Roberto Ghiselli (Cgil) su Ape Social e Precoci: “Siamo troppo restrittivi”

In un’analisi curata da Ezio Cigna, ufficio previdenzia della Cgil Nazionale, si sottolinea come a fronte di 171435 domande presentate nel biennio 2017-2018 –  di cui 74487 precoci e 96946 per Ape Social – solo 72527 siano state accettate. Una percentuale del 42,3 per cento. Anche le domande accettte per i lavoratori gravosi sono molto poche, circa 14mila in due anni. Solo il 25 per cento di queste provengono dalle donne lavoratrici. Secondo Ghiselli: “Da questi dati emerge con chiarezza come siano troppo restrittivi i vincoli posti al requisito dei lavori gravosi e come sia molto limitata la platea. Le sole 14.587 domande accolte equivalgono ad un sostanziale insuccesso della misura, che andrebbe rivista“.

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