Quanto bisogna aspettare per i decreti di Quota 100 e reddito di cittadinanza

Con l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2019, arriveranno anche i fondi per attuare la Quota 100 e il reddito di cittadinanza. Per farlo, però, il Governo Conte dovrà passare allo step successivo: elaborare e oroporre i decreti per le due misure alla Camera e al Senato, ed entrambi dovranno approvarli. Manca quindi poco al via libera definitivo della Legge di Bilancio, molto importante in questo contesto poiché dovrebbe dare il via al superamento della riforma Fornero. Ci si chiede, però, quando questi decreti arriveranno. Vediamo la situazione oggi.

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L’approvazione del decreto per la Quota 100

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, il provvedimento dovrebbe essere presentato al Consiglio dei Ministri nei primi giorni di gennaio, mentre per la Quota 100 si parla del 10, massimo 12 gennaio. Fermandoci alla Quota 100, che dovrebbe rappresentare una misura-ponte per la Quota 41 o 42 estesa a tutti, indipendentemente dall’età, nelle intenzioni del Governo ci sarebbe la possibilità di andare in pensione anticipatamente con 62 anni di età e 38 di contributi senza che vi siano riduzioni sull’assegno previdenziale. Il fondo che dovrebbe essere costituito arriverebbe a 3,9 miliardi di euro e interesserebbe fino all’85 per cento degli aventi diritto. Ci saranno alcune finestre d’uscita specifiche nel corso dei mesi del 2019 e per i lavoratori pubblici la prima data utile potrebbe essere quella di ottobre. Ad ogni modo, il mese di entrata in vigore della Quota 100 potrebbe essere quello di marzo, ma è ancora tutto da verificare.

Quando arriverà il decreto per il reddito di cittadinanza?

L’altro cavallo di battaglia del Governo gialloverde è senza dubbio il reddito di cittadinanza. Per quanto riguarda le tempistiche ci sono buone notizie: durante l’audizione in Commissione di Bilancio alla Camera, il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha confermato il periodo utile. Non prima di aprile, massimo gli ultimi giorni di marzo. L’importo massimo dell’assegno sarà di 780 euro mensili e per alcuni ci sarà solo un’integrazione da basare sul patrimonio del singolo. I fondi, in questo caso, sono di almeno 7,1 miliardi di euro, ma rimangono da chiarire alcuni punti, come la gestione stessa dei fondi o le offerte di lavoro da sottoporre agli interessati.

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