Pensioni: con Quota 100, liquidazione non prima dei 3 anni

La riforma delle pensioni si farà e le date sembra sia state stabilite tutte. Per il 29 dicembre, infatti, è prevista l’approvazione della Legge di Bilancio 2019, mentre l’esponente leghista Claudio Durigon ha rilasciato una data o periodo indicativo durante il quale dovrebbe essere approvato il decreto studiato appositamente per la Quota 100. Ricordiamo che questa misura prevede l’uscita dal mercato del lavoro con 62 anni di età e 38 anni di contributi, anche se il Governo sta ancora studiando ulteriori strade per contenere la spesa pubblica. L’ultima indiscrezione è relativa alla liquidazione o Tfr per i dipendenti statali.

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Pensioni: con Quota 100 liquidazione dopo tre anni

Il sottosegretario leghista, Claudio Durigon, ha sottolineato quella che potrebbe essere la data utile per il decreto ad hoc relativo alla Quota 100: tra il 10 e il 12 gennaio 2019, infatti, secondo le parole dell’esponente leghista, dovrebbe essere approvato in via definitiva. Inoltre, dovrebbe arrivare in concomitanza con il reddito di cittadinanza. I tecnici in questo momento continuano a lavorare sugli ultimi dettagli e come ha sottolineato il Sole 24 Ore, fra le modifiche ci sarebbe anche la liquidazione o trattamento di fine rapporto per i dipendenti pubblici che vorranno uscire dal mercato del lavoro con la Quota 100. Tra le soluzioni ci sarebbe quella dei 36 mesi, ovvero un periodo di tempo di almeno 3 anni durante i quali bisognerà attendere l’arrivo della liquidazione. Nel decreto la grande assente dovrebbe rimanere la Quota 41 estesa a tutti, indipendentemente dall’età.

Pensioni: nessun prestito bancario a costo zero

Per chi ha avuto accesso alla pensione con l’Ape Sociale, è previsto un prestito bancario a costo zero. Questa misura era stata ipotizzata nelle scorse settimane anche per la Quota 100, ma è stata subito accantonata. Questo grazie allo stop rilasciato dalla Ragioneria Generale dello Stato. Al contrario, verrà introdotta una nuova misura che consentirebbe ai dipendenti statali di superare il massimale contributivo che prevederebbe un limite della retribuzione delineato dalla contribuzione fissato a 101427 euro per il 2018. Ad ogni modo, gli statali potranno uscire dal mercato del lavoro non prima del mese di ottobre 2019.

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