Cosa succede se il Governo introduce la Quota 100 a 62 anni e 38 di contributi

Pochi giorni fa il vicepremier e Ministro dell’Interno leghista Matteo Salvini, durante la trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa, ha introdotto la proposta della Quota 100 con 62 anni di età e 38 di contributi versati. Dopo aver rilanciato la Quota 100 integrale, senza paletti, questa nuova ipotesi ha generato dibattituo fra gli schieramenti, anche se i maggiori sindacati e l’esponente PD Cesare Damiano, sembrano essere in accordo con la possibilità. Quota 100 Light e Quota 100 modulabile sono due opzione che, per ora, sono state accantonate, ma cosa succederebbe nel caso in cui accadesse? Vediamo i casi.

La proposta di Matteo Salvini: Quota 100 con 62 anni di età

La proposta lanciata dal vicepremier Matteo Salvini è stata molto chiara: introdurre una Quota 100 che garantisca l’uscita dal mercato del lavoro con 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi versati. Assieme a questa possibilità, potrebbe esserci anche quella della Quota 41 e sei mesi, una via di mezzo fra la precedente e l’ipotesi della Quota 42. L’Inps ha prodotto delle stime in proposito questa estate, che sono state recentemente rilanciate anche dal quotidiano Il Sole 24 Ore: “Con quota 100 e 64 anni di età minima il maggior numero di pensioni stimato a fine anno parte dai 258mila nel 2019 per arrivare a sfiorare le 300mila unità nel 2021, con una maggior spesa che parte da 4,6 miliardi per arrivare a 6,3 cumulati annui” ha sottolineato Davide Colombo. Spesa pensionistica destianata a crescere in questo caso, per questo i dubbi sui fondi rimangono.

Appoggio dei sindacati e di Cesare Damiano (PD)

Questa volta, i maggiori sindacati italiani, in particolare la Uil, appoggiano la proposta di Matteo Salvini: il motivo risiede nel fatto che la proposta della Quota 100 con paletti penalizzerebbe più dell’Ape Sociale, soprattutto i disoccupati e i lavoratori gravosi. Anche l’ex Ministro del Lavoro del PD, Cesare Damiano, sembra d’accordo con Salvini: “Persino Salvini – ha spiegato Damiano – si è accorto che Quota 100, che parte dai 64 anni di eta’, non va bene e noi siamo d’accordo su una partenza da 62 anni. Noi dobbiamo sfidare il Governo a continuare sulla strada che abbiamo già intrapreso nella scorsa legislatura con le 8 salvaguardie degli esodati, il prolungamento della sperimentazione di Opzione Donna, con l’Ape sociale e volontaria e con il rallentamento del meccanismo che aggancia l’età della pensione all’aspettativa di vita. Abbiamo impegnato, complessivamente, 20 miliardi di euro e mandato in pensione circa 200.000 lavoratori. Adesso ci aspettiamo che non si facciano passi indietro“.

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