Pensioni 2018: Quota 100 sempre più reale, ecco da dove arriverebbero i fondi

Pensioni 2018: oggi si tiene un nuovo vertice del Governo Conte prima della lunga pausa estiva. Gli obiettivi principali dell’esecutivo, già dichiarati da mesi, sono la flat tax, il reddito di cittadinanza e, soprattutto, il superamento della legge Fornero. In molti attendono una svolta sul tema pensionistico e sono mesi che si discute di una controriforma in due tappe che vede al centro la Quota 100 già dal prossimo gennaio e la modifica alla Quota 41 entro il 2020. Per la seconda ipotesi, però, si parla già di Quota 42. Intanto ci sarebbero alcune ipotesi sui fondi da trovare, almeno 4 miliardi di euro, per coprire i costi della Quota 100.

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Pensioni 2018: facilitare l’uscita anticipata con Quota 100

È l’obiettivo dichiarato del Governo Conte, facilitare l’uscita anticipata dal mercato del lavoro. Per farlo si pensa all’introduzione della Quota 100, primo passo per superare definitivamente la legge Fornero. La Quota 100, lo ricordiamo, consiste nella somma dell’età anagrafica con quella contributiva, anche se è ormai chiaro che ci vorranno dei paletti per contenere l’incremento del numero dei pensionati e, soprattutto, i costi derivanti dalla manovra. La soglia minima di età per poter accedere alla Quota 100 potrebbe essere fissata a 64 anni, mentre i contributi da versare potrebbero essere minimo 36 anni. In questo caso potranno essere conteggiati sono due anni di contributi figurativi.

Pensioni 2018: i fondi per la Quota 100

La Quota 100 dovrebbe quindi rientrare nella prossima Legge di Bilancio, mentre la Quota 41, forse Quota 42, si allontana sempre di più, rischiando di diventare una semplice chimera. Con la modifica della Quota 41, il Governo Lega-M5S avrebbe garantito l’uscita dal mercato del lavoro a chiunque con i soli 41 anni di contributi versati, ma la manovra potrebbe essere troppo azzardata e quindi l’esecutivo prende tempo e punta sulla Quota 100. I fondi per quest’ultima ammonterebbero ad almeno 4 miliardi di euro, secondo le stime. 3,5 miliardi potrebbero arrivare dalla nuova sanatoria per le cartelle fiscali del 2019, ma è probabile che i costi siano molto più alti. Bisognerà attendere per scoprirlo.

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