Pensioni 2018: Quota 100 impossibile da attuare? Ecco i motivi
Pensioni 2018: il momento non sembra essere positivo per il Governo Conte sul tema pensionistico. In molti cominciano a credere che le parole dei due vicepremier, Luigi Di Maio dei cinquestelle e Matteo Salvini della Lega, rimarranno solo parole. È, infatti, molto alto il rischio che la Quota 100, nonostante le rassicurazioni dell’esecutivo, rimanga una proposta non attuabile. Allo stesso modo, anche la controriforma in due tappe della quale si è parlato spesso in questi ultimi tre mesi potrebbe non realizzarsi mai. In gioco ci sono anche il reddito di cittadinanza, la flat tax e il congelamento dell’aumento dell’Iva, tutte dinamiche in cima alla lista delle cose da fare e che, con ogni probabilità, rallenteranno il tanto acclamato superamento della legge Fornero.
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Pensioni 2018: mancano i fondi, Salvini punta agli assegni sociali dei migranti
Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier e Ministro dell’Interno, ha sottolineato uno degli altri obiettivi principali del Governo Conte, ovvero aumentare le pensioni minime. Per farlo propone il taglio delle pensioni sociali elargite ai migranti. Il problema, sottolinea anche Termometropolitico.it, è che i numeri estrapolati da Matteo Salvini sono irreali; si parla di 1 miliardo di euro dato ai migranti in assegni sociali, i quali, a detta sua, non pagherebbero nemmeno i contributi. L’analisi di verifica dei fatti dell’Agi, però, smentisce i numeri: “Per arrivare a 1 miliardo di spesa per lo Stato, l’intera popolazione straniera over 66 dovrebbe infatti essere poverissima, non aver mai versato neanche un euro di contributi ed essere in Italia grazie al ricongiungimento famigliare da 10 anni o più“.
Pensioni 2018: Cgil chiede fatti e non solo parole
In questi ultimi giorni anche la Cgil si è rivolta al Governo Conte chiedendo più fatti e meno proposte lasciate al vento. Il sindacato chiede di operare sulla flessibilità pensionistica, applicando l’uscita a 62 anni di età. Inoltre, spinge per l’estensione della Quota 41, senza i vincoli dell’Ape Social, la proroga di Opzione Donna, l’ampliamento delle categorie dei lavori considerati gravosi e l’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani. Il Governo, però, non sembra intenzionato ad attuare queste modifiche nel breve periodo; basta ricorda la bocciatura di pochi giorni fa agli emendamenti proposti da Fratelli d’Italia su nona salvaguardia, proroga a Opzione Donna ed estensione della Quota 41.
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