Pensioni 2018: ipotesi Quota 42 invece di 41, che fine fa la Quota 100?
Pensioni 2018: il Governo Conte ha intenzione di smontare la legge Fornero pezzo per pezzo. Il metodo per farlo risiede nella controriforma Salvini-Di Maio che implicherebbe l’introduzione della Quota 100 già a partire da gennaio 2019 e che consisterebbe nella somma dell’età anagrafica con quella contributiva per poter uscire dal mercato del lavoro. C’è anche il problema della Quota 41 rinviata a data da destinarsi, probabilmente nel corso del 2020 e che dovrebbe garantire la possibilità di andare in pensione solo con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età. Il problema, però, sono i costi e per questo motivo è nata l’ipotesi di una Quota 42.
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Pensioni 2018: Quota 42 in sostituzione di Quota 41
L’ipotesi che sta girando in questi giorni consiste nell’introduzione della Quota 42 anziché della Quota 41 nel 2020. Il motivo è molto semplice: la Quota 41 costerebbe troppo allo Stato e il numero di pensionati aumenterebbe in poco tempo, troppo poco tempo per essere contenuto nei limiti della spesa. Dunque si pensa alla possibilità di aumentare gli anni di contributi da versare al fine di ridurre la platea di pensionandi e rimanere entro i costi. L’ipotesi vedrebbe una riduzione in termini di numeri e un possibile ritorno al solo calcolo contributivo con una pensione anticipata. In questo modo la proposta, dal punto di vista finanziario, potrebbe essere più equilibrata e sostenibile.
Pensioni 2018: che fine farà la Quota 100
La situazione in merito alla Quota 100 è, invece, un po’ differente. Non mancano gli scettici e le critiche, arrivate anche da alcuni sindacati, dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, e dall’esponente PD Cesare Damiano, quest’ultimo, nonostante lo scetticismo, si è sempre detto d’accordo nel superare la legge Fornero il prima possibile. Per ora si sa solo che la Quota 100 potrebbe essere definitiva entro gennaio 2019 e potrebbe coinvolgere fino a 150mila soggetti e lavoratori pubblici nel periodo che va dal 2019 al 2021. Per ora, comunque, non c’è alcuna niente di concreto.
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