Pensioni 2018: il Governo Conte taglierà gli assegni di 30mila pensionati

Pensioni 2018: come sappiamo, il Governo Conte sta lavorando sulla riforma pensionistica allo scopo di abolire la legge Fornero con l’introduzione della Quota 100, che a sua volta potrebbe avere delle penalizzazioni. Comprese nel pacchetto dovrebbero esserci anche la nona salvaguardia, la proroga a Opzione Donna e la Quota 41, ma non solo. L’esecutivo Lega-M5S da tempo spinge per il taglio alle pensioni d’oro ed è pronta una diminuzione del 5 per cento sugli assegni di oltre 30mila pensionati. Lo riferisce IlGiornale.it.

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Pensioni 2018: lo Stato punta al risparmio di 115 milioni di euro

Un taglio del 5 per cento ad oltre 30mila assegni pensionistici, è questo l’obiettivo del nuovo esecutivo Lega-M5S. Questa manovra sarebbe orientata alle pensioni che superano i 5 mila euro al mese e in questo modo, secondo i calcoli del Governo Conte, lo Stato risparmierebbe fino a 115 milioni di euro. Per farlo sarà necessario ricalcolare gli assegni con il sistema contributivo, che vedrebbe un risultato in negativo degli attuali assegni pensionistici di oltre 30mila pensionati. Come riporta il quotidiano IlGiornale.it, l’esempio è presto fatto: “Su un assegno di 5.840 euro netti ci sarebbe una sforbiciata di 285 euro netti al mese con una perdita di 3.700 euro in dodici mesi. Con un assegno da 5.573 euro netti ci sarebbe un tagluo di 284 euro. Su uno di 6.892 euro il taglio sarebbe di 356 euro” riferisce il quotidiano.

Pensioni 2018: compensazione del taglio con la flat tax?

Con questo nuovo Governo a guida Lega-M5S si parla anche di flat tax e proprio questa manovra potrebbe compensare il taglio del 5 per cento sulle pensioni cosiddette d’oro. La flat tax potrebbe essere basata su due aliquote, ovvero da 15 e 20 per cento, molto più basse rispetto al 38 per cento vigente in questo momento. Per ora sono solo indiscrezioni e ipotesi che arrivano da più parti e bisognerà attendere ancora per sapere effettivamente cosa intende fare il nuovo esecutivo. Rimane il fatto che il Primo Ministro Giuseppe Conte è stato molto chiaro a riguardo: “Le cosiddette pensioni d’oro sono un altro esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati

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