Pensioni 2018: report della Commissione UE critica la legge Fornero

Pensioni 2018: in questi ultimi mesi, soprattutto in vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, sono stati molti gli enti a lanciare l’allarme sulla situazione pensionistica italiana. I partiti politici vincitori, come M5S e Lega, da sempre in campagna elettorale hanno cavalcato il malcontento dei lavoratori prossimi alla pensione dichiarando di voler abolire completamente la Legge Fornero. Dal presidente Inps Tito Boeri, al FMI fino alle agenzie statunitensi come Moody’s era stato lanciato un monito a causa dell’enorme spesa che lo Stato avrebbe dovuto sostenere. Ora, però, i report di Bruxelles sembra dare ragione in qualche modo a tutti i prossimi alla pensione. La legge Fornero non basta e non risolve i problemi. Ecco i punti salienti del report della Commissione UE.

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Pensioni 2018: le pensioni italiane costano troppo e non risolvono i problemi fondamentali

Il Pensions Adeguacy Report 2018, emanato dalla Commissione UE, parla chiaro: le pensioni italiane costano troppo e, addirittura, non risolverebbero i problemi di fondo, quelli principali come i rischi legati alle pensioni inadeguate per i lavoratori precari, le donne e chi lavora con discontinuità. A riportarlo è il quotidiano Il Giornale. Secondo il rapporto di Bruxelles: “L’inasprimento estremamente rapido dei requisiti per la pensione» delle riforme adottate tra il 2009 e il 2011 hanno provocato un effetto «anziani dentro, giovani fuori», con «un milione di lavoratori anziani» tra i 50 e i 64 anni in più, e una contemporanea «riduzione di giovani lavoratori di 0,9 milioni» tra i 15 e i 34 anni, tra il 2008 e il 2013“.

Pensioni 2018: meno giovani occupati, più anziani occupati

I giovani continuano a pagarla più cara degli anziani: la disoccupazion sale tra di loro e diminuisce tra gli anziani, un paradosso, senza contare l’innalzamento del numero di disoccupati sopra i 50 anni, che sono passati da 130 mila a quasi mezzo milione: per loro un tempo ci sarebbe stata la pensione, ora invece non trovano lavoro e non ricevono alcun assegno dall’Inps. L’esecutivo di Bruxelles chiede dunque un miglioramento dello Stato italiano o, meglio, del mercato del lavoro e della capacità di assorbimento di quest’ultimo. Per la Commissione UE il Governo Renzi ha introdotto buone norme allo scopo di alleggerire i requisiti pensionistici, di contro, però, i requisiti di ammissione risultano più rigidi e potrebbero respingere fino al 35 per cento di richieste.

Pensioni 2018: le riforme non proteggono dalla povertà

Un altro punto importante, la povertà. Secondo il report della Commissione UE, le attuali riforme pensionistiche non proteggono dalla povertà. Come riporta Il Giornale: “Anche se in Italia gli anziani sono relativamente in condizioni migliori rispetto ai giovani, siamo ancora sotto la media europea per tasso di deprivazione materiale degli ultra 65 enni. Situazione che è peggiorata con la crisi del 2008. Gli anziani a rischio di povertà ed esclusione sociale erano il 23,9 per cento contro il 18,3 per cento nella UE“.

Foto Credit: Roberto Monaldo

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