Pensioni 2018: senza legge Fornero e le altre riforme, spesa pensioni fuori controllo

Pensioni 2018: secondo il Def tendenziale presentato ieri dal Governo, senza le riforme, soprattutto per le pensioni, come la Legge Fornero, attuate a partire dal 2004, il debito pubblico italiano sarebbe già fuori controllo e avrebbe raggiunto, ad oggi, quota 150 per cento del Pil, arrivando a toccare punte del 250 per cento nel 2040. A riportare i dati e la notizia è stato il quotidiano Il Sole 24 Ore. Si parlerebbe quindi già disastro se non fosse stato per le riforme varate negli ultimi 15 anni. Ecco tutti i dati.

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Pensioni 2018: i costi del sistema previdenziale

Dunque, senza le riforme attuate a partire dal 2004, l’Italia si ritroverebbe in un vero e proprio disastro economico e previdenziale. Secondo i dati pubblicato da Il Sole 24 Ore, il debito pubblico è sì destinato a crescere, ma in una misura che ci permette ancora di poter arginare i danni e compiere una o più manovre capaci da farci uscire dal rischio baratro. Il debito, nei prossimi anni, salirà con una percentuale del 16 per cento del Pil fino al 2025, salendo nel corso degli anni di pochi punti percentuale: 16,7 per cento nel 2030, 18,2 per cento nel 2040 e così via. Il Def, comunque, non ha tenuto conto di altre manovre che hanno comunque aggravato la situazione, come l’anticipo pensionistico e la quattordicesima.

Pensioni 2018: Quota 100, quanto ci costerebbe?

Uno dei temi che ha creato maggiori attriti sia fra le principali forze politiche, sia a livello internazionale, è senz’altro quello dell’abolizione della Legge Fornero voluto soprattutto dalla Lega e in seconda battuta dal M5S. Per Tito Boeri, presidente Inps, una manovra del genere farebbe schizzare in alto il debito di un 5 per cento del Pil, equivalente ad almeno 85 miliardi di euro. Per quanto riguarda la Quota 100 proposta sia da Matteo Salvini che da Luigi Di Maio, non si sistemerebbero le cose, anzi, potrebbero persino peggiorare. Come ha spiegato il presidente Inps: “Senza le finestre mobili introdotte tra il 2009 e il 2010, l’impatto sul debito implicito salirebbe a 105 miliardi“.

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