Pensioni 2018, Guglielmo Loy: “Impossibile abrogarla, ma si può modificare”
Pensioni 2018: il M5S apre alla Lega e al PD, ma Luigi Di Maio vuole che Forza Italia ne rimanga fuori. In questo scenario che vedrebbe Lega e M5S guidare il nuovo Governo, continua il dibattito sull’abolizione della Legge Fornero voluta da entrambi i partiti vincenti. A prendere parola sulla situazione ora è anche Guglielmo Loy, Presidente del comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inps, secondo cui abrogare la riforma sarebbe impossibile nelle attuali condizioni e che l’unica alternativa sarebbe quella di modificarla profondamente.
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Pensioni 2018, Loy: “Abrogare la Legge Fornero non è possibile, ma bisogna modificarla”
Sono in molti, tra personalità politiche, istituti e agenzie, a sostenere l’impossibilità di abrogare la Legge Fornero. In ultimo Delrio che considera la manovra molto pericolosa. A prendere parola è stato anche Guglielmo Loy, Presidente del comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inps: “Abbiamo sempre ribadito che la Fornero è stata una cattiva legge, perché parte da un presupposto sbagliato e cioè che le persone sono tutte uguali, che il loro rapporto con il lavoro è uguale, e invece, come sappiamo, ci sono condizioni molto diverse. Una legge rigida non riesce a fotografare il paese e, quindi, va modificata in questo senso. La Fornero deve essere resa più flessibile e bisogna comprendere le condizioni soggettive delle persone, aprendo a quella flessibilità necessaria per rispondere ad alcune emergenze sociali, quelle di chi non ha lavoro o di chi fa un lavoro pesante. Abolirla significa non tener conto di un quadro più ampio e, cioè del quadro occupazionale. Noi dobbiamo mantenere saldo il principio che le pensioni si pagano con i contributi di chi oggi lavora, se le persone che lavorano oggi sono insufficienti dobbiamo tenere l’equilibrio ma rispondere a quelle emergenze sociali“.
Pensioni 2018: pensionati favoriti dalla crisi, a pagare sono i dipendenti
Intanto, nonostante l’acceso dibattito sull’abolizione della riforma Fornero, l’Istat ha emanato gli ultimi dati relativi ai pensionati italiani, i quali forniscono un quadro un po’ diverso rispetto alle idee avute fino a questo momento sulla situazione; i pensionati non sarebbero stati vittime della crisi economica e, al contrario, ne sono usciti vincitori. Le cifre parlano chiaro: i redditi dichiarati sono aumentati del 25,6 per cento nel decennio a cavallo fra il 2006 e il 2016, passando da 200 a 250 miliardi, mentre il numero di pensionati è diminuito da 15,3 a 14,6 milioni come effetto delle ultime riforme, le quali hanno irrigidito i requisiti per avere accesso alle pensioni. I pensionati, dunque, si sono arricchiti. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, invece, nel 2016 21,2 milioni di lavoratori hanno dichiarato 438,2 miliardi di euro di redditi, quindi un 15,1 per cento in più rispetto al 2006. Il reddito pro-capite dei lavoratori dipendenti è aumentato dell’8,1 per cento contro il 31,6 per cento dei pensionati. In altre parole, i lavoratori italiani si sono impoveriti.
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