Trony chiude 40 negozi: a rischio 500 posti di lavoro
La catena di negozi italiana Trony, che opera nella grande distribuzione organizzata, ha chiuso almeno 40 negozi in questi ultimi giorni a causa del fallimento della Dps Group che gestiva la consegna della merce. Le chiusure sono limitate ai punti vendita gestiti da questa compagnia, anche se la situazione ha avuto origine già a giugno 2017 con un negozio Trony chiuso a Milano. A rischiare di perdere il lavoro sono almeno 500 dipendenti, oltre al fatto che la merce ordinata nell’ultimo periodo non verrà consegnata ai clienti. La comunicazione da parte della Dps Group è arrivata nel tardo pomeriggio dello scorso Venerdì, intorno alle 18:00.
Al Gruppo Dps fanno capo almeno 50 punti vendita ed esercizi commerciali a marchio Trony e per questo motivo il fallimento e la plausibile chiusura dei negozi è limitata a quelli gestiti dal Gruppo. Secondo la ricostruzione dei sindacati, ai dipendenti è arrivato solo un messaggio tramite WhatsApp, nel quale l’azienda avvertiva della chiusura del luogo di lavoro. Non sono perciò arrivate ulteriori comunicazioni alle segreterie delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria. La serie di chiusure dovute al fallimento del socio Dps del marchio Trony non mette a rischio solo i dipendenti, almeno 500, ma anche la merce di almeno un centinaio di clienti che, con ogni probabilità, non la riceveranno mai.
La crisi, difatti, non interessa propriamente il marchio Trony, ma la società affiliata. Dopo la notizia del fallimento, i sindacati si sono riuniti davanti a uno dei tre negozi chiusi a Bari. Come ha riferito Barbara Negli, segretaria Filcams Cgil Puglia: “In piazza non c’erano solo i lavoratori, ma anche tanti clienti che dovevano ritirare la merce e non sapevano a chi rivolgersi. I dipendenti sono a casa senza una comunicazione ufficiale ed io ho inviato una mail al curatore fallimentare per avere le necessarie spiegazioni“.
Come ha riferito la segretaria nazionale Uiltucs, Ivana Veronese: “Siamo molto preoccupati per la situazione di tutto il mercato dell’elettronica e degli elettrodomestici, che subisce la concorrenza del commercio online. Siamo preoccupati per i lavoratori Trony che pagano una gestione aziendale che non ha saputo guardare avanti e che ha cercato di mettere pezze quando era ormai troppo tardi. Purtroppo ora abbiamo molte famiglie che non sanno se avranno un futuro lavorativo e si domandano se il curatore fallimentare riuscirà a vendere i negozi ad altri imprenditori. Per questo chiediamo che la questione sia posta all’attenzione del governo“.
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