Pensioni 2018, Proietti della UIL: “Cancellare Legge Fornero? È possibile, i soldi ci sarebbero”
Pensioni 2018: uno dei temi che ha scatenato e scatena anche dopo le elezioni politiche del 4 marzo più dibattito, rimane quello relativo alla possibile cancellazione della Legge Fornero. La Lega e, in particolare, il leader Matteo Salvini continua a spingere sull’abolizione nonostante l’allarme lanciato dalla Commissione UE e da altri enti e agenzie anche estere, che vedono nella manovra un danno economico catastrofico per l’Italia. Per Tito Boeri, Presidente Inps, i costi sarebbero troppo alti e anche con l’introduzione della Quota 100 e della Quota 41 la situazione non migliorerebbe, ma Domenico Proietti, segretario confederale UIL, la possibilità sarebbe concreta.
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Pensioni 2018, Proietti della UIL: “Cancellare la Legge Fornero? È possibile, i soldi ci sono”
Questa volta a prendere parola è stato il segretario confederale della UIL, Domenico Proietti, che ha voluto smentire le paure e le conseguenze, giudicate dannose da più parti, di una possibile abrogazione della Legge Fornero. Proprio nei giorni scorsi Tito Boeri era tornato sull’argomento, mettendo in gioco anche l’introduzione della Quota 100 e della Quota 41 sulle quali Lega e Movimento 5 Stelle sembrano trovarsi d’accordo. I primi, però, vogliono una cancellazione netta e definitiva, i secondi puntano a un superamento graduale, spalmato nel tempo. Per Proietti questa scelta sarebbe possibile e come ha riportato in una nota stampa, il sistema pensionistico non sarebbe così in crisi come lo dipingono; la spesa pensionistica raggiunge l’11 per cento del Pil dunque, secondo Proietti, in linea con gli standard europei.
Pensioni 2018: famiglie italiane sempre più povere
Nel frattempo, secondo una recente indagine compiuta da Banca Italia relativamente alle famiglie italiane, il bilancio sarebbe negativo e almeno il 23 per cento delle famiglie nostrane avrebbe raggiunto la soglia di povertà. Nel 2006 questo dato era fermo al 19,6 per cento, un balzo di diversi punti percentuale negli anni che preoccupa l’istituto. Quelle più a rischio, inoltre, si riscontrano nel centro Italia.
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