Pensioni 2018, Ivan Pedretti: bufala sui tagli agli assegni di reversibilità

In vista delle prossime elezioni politiche previste per il 4 marzo 2018, il tema pensioni si è scaldato non poco, soprattutto per quanto riguarda la possibile abolizione della Legge Fornero, cavallo di battaglia del leader della Lega Matteo Salvini e problema riconosciuto anche da tutti gli altri partiti, come Liberi e Uguali o M5S. Il problema, però, a pochi giorni dal voto, sono anche le molte bufale che circolano in rete, soprattutto su Facebook e gli altri social network; l’ultima a fare danni in ordine di tempo è quella relativa a un possibile taglio degli assegni di reversibilità.

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Assegni di reversibilità: la bufala online

Da giorni ormai circola una falsa notizia relativa a un ipotetico taglio sugli assegni di reversibilità dei superstiti. Sempre secondo la bufala, sarebbe proprio l’attuale Governo a voler intervenire su questa strada. In realtà si tratta solo dell’ennesima fake news che, come altre, cerca di seminare odio e sbilanciare il pensiero comune. A tranquillizzare tutti, però, ci ha pensato il segretario generale della Spil-Cgil Ivan Pedretti: “Voglio tranquillizzare tutti –  ha spiegato Pedretti – non verrà fatto alcun intervento sulla reversibilità. Queste notizie vengono diffuse ad arte per inquinare il clima, per farvi arrabbiare e spaventarvi. Fate sempre attenzione a quello che leggete e aiutatemi a informare tutti che si tratta di una bufala“.

Pensioni, Ciamarella: “Impossibile pensare a un’insegnante di scuola materna ancora efficiente a 70 anni”

Olga Ciamarella, candidata per Noi con l’Italia, ha esposto le intenzioni del partito in merito alla possibile abolizione della Legge Fornero che, secondo la candidata, sarebbe troppo costa. Per questo motivo, assicura, forse non potranno cancellarla, ma modificarla è possibile: “L’abolizione della legge Fornero costerebbe molto alle casse dello Stato, sarebbe necessaria un’imponente operazione di spending review già avviata ma in realtà mai portata a compimento fino in fondo in questi anni. In ogni caso sono da superare alcune rigidità dell’attuale sistema previdenziale. Tra i punti da correggere ci sono le pensioni minime troppo basse e gli esodati, ma anche l’età in cui è previsto lasciare il lavoro. È impossibile pensare che un’insegnante della scuola materna possa essere ancora efficiente a quasi 70 anni, dovendosi confrontare con bambini piccoli che hanno esigenze di gioco oltre che didattiche. Serve necessariamente un ricambio generazionale”

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