Ape Volontaria 2018: requisiti più rigidi per chi la richiede
Sono stati fatti diversi passi avanti per il via libera all’Ape Volontaria 2018; nelle ultime settimane, infatti, il Ministero del Lavoro ha siglato accordi con Abi, Ania, MEF e il Garante della Privacy, anche se quest’ultimo ha ancora delle riserve in merito che dovranno essere superate il prima possibile ed è inerente al trattamento dei dati personali. I prossimi passi, quelli definitivi, saranno di natura burocratica e amministrativa. Nel frattempo emergono altri particolari importanti, come i requisiti richiesti per potervi accedere, molto rigidi, ecco tutti i dettagli.
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Ape Volontaria 2018: requisiti più rigidi per chi ne fa richiesta
L’Ape Volontaria 2018, ovvero l’anticipo pensionistico di cui è possibile usufruire grazie a un finanziamento da parte della banca e alla stipula di una polizza assicurativa, potrebbe richiedere requisiti più rigidi rispetto a quelli che ci si potrebbe aspettare. Alcuni soggetti, infatti, potrebbero vedersi respinta la domanda a causa delle seguenti condizioni: chi ha debiti scaduti da tre mesi, chi ha subito protesti o è stato segnalato alla centrale dei rischi della Banca D’Italia. Anche se le persone che fanno richiesta fossero in possesso di tutti gli altri requisiti, in presenza di quelli appena elencati potrebbero ricevere il rigetto della domanda.
Ape Volontaria 2018: necessario fare alcune dichiarazioni prima di procedere alla richiesta
I soggetti che richiedono l’Ape Volontaria 2018 devono effettuare alcune dichiarazioni, come enunciato nell’articolo 7 del DPCM 150/2017. In particolare, dovranno dichiarare le seguenti condizioni:
- Non avere protesti a proprio carico
- Non avere pignoramenti in corso o estinti senza integrale soddisfazione dei creditori
- Non aver avviato o essere oggetto di procedure di composizione della crisi di sovraindebitamento
- Non avere esposizioni per debiti scaduti o sconfinanti e non pagati da oltre 90 giorni nei confronti di banche od operatori finanziari
- Essere registrati negli archivi della centrale dei rischi gestiti dalla Banca D’Italia
- Non aver ricevuto comunicazioni inerenti l’iscrizione in un sistema di informazioni creditizie gestito da soggetti privati a causa dell’inadempimento di uno o più prestiti, come ad esempio i mutui
- Non essere registrato nell’archivio degli assegni bancari, postali o delle carte di pagamento irregolari istituito presso la Banca D’Italia denominato Centrale d’Allarme Interbancaria o CAI.
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