Slitta la data di accredito della pensione: Cgil, Cisl e Uil contro il Governo

Per il 2018 sono ancora molte le novità per i pensionati. In primo luogo, slitterà la data di accredito della pensione e l’assegno non arriverà più il primo giorno lavorativo del mese ma, con ogni probabilità, il secondo o il terzo, dipende dalle festività in corso. Lo slittamento dell’assegno previdenziale potrà variare anche in base al luogo di pagamento, dalla banca alla posta i giorni potrebbero variare ancora. Sarà inoltre prevista una rivalutazione dell’assegno previdenziale pari all’1,1 per cento.

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Ovviamente, per i principali sindacati italiani, vale a dire Cgil, Cisl e Uil, non c’è alcuna ragione plausibile che giustifichi lo slittamento della data di accredito della pensione. Anche l’Inps ne è convinto; sarebbe più opportuno, per gli oltre 20 milioni di pensioni gestite dall’Istituto di Previdenza Sociale, mantenere la data attuale per evitare confusioni. Proprio i sindacati hanno già fatto sentire la loro voce al Governo: “Abbiamo già chiesto al governo di intervenire per ripristinare la scadenza al primo giorno lavorativo e siamo in attesa di risposte concrete“.

Oltre allo slittamento della data di accredito della pensione, arriverà un’ulteriore novità per i pensionati, vale a dire la rivalutazione dell’assegno previdenziale pari all’1,1 per cento. In poche parole, su di un assegno mensile di 800 euro, arriveranno circa 8,8 euro in più. Rimane comunque ancora tutto in forse e non è escluso che i pensionati ricevano in futuro una avviso di restituzione se l’inflazione risulta più bassa rispetto a quella programmata. Nel frattempo, Governo e sindacati hanno trovato l’accordo definitivo inerente lo sconto contributivo per le madri con figli per accedere all’Ape Sociale, che passerà da sei mesi a un anno per un massimo di due anni.

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