Pensioni, dati Ocse: chi entra nel mondo del lavoro oggi, in Italia ne uscirà a 71 anni

Secondo gli ultimi dati Ocse emersi dal rapporto ‘Pensioni at Glance’ arriva un quadro preoccupante, soprattutto per i giovani che si affacciano oggi al mondo del lavoro. Assieme a Olanda e Danimarca, l’Italia è uno dei tre paesi nei quali si uscirà dal lavoro a 71 anni. In base alla legge sull’aumento dell’aspettativa di vita e l’accesso alla pensione, un ventenne che ha iniziato a lavorare nel 2016 andrà in pensione a 71,2 anni. In Danimarca a 74 anni, mentre il Olanda a 71 anni.

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Dati Ocse: tasso di sostituzione tra i più alti dei 35 paesi in esame

Secondo le rivelazioni dei dati Ocse, Italia, Danimarca, Finlandia, Olanda, Portogallo e Slovacchia sono gli unici paesi Europei dei 35 presenti nell’Unione ad aver introdotto il calcolo dell’aspettativa di vita nel proprio sistema previdenziale. Anche il tasso di sostituzione, ovvero la percentuale dello stipendio accumulato nel corso della vita e che farà parte della pensione, è molto diverso tra l’Italia e gli altri paesi. Nel nostro paese, infatti, è del 93,2 per cento, mentre negli altri è del 68 per cento, con la Gran Bretagna al 28 per cento e la Turchia al 109 per cento.

Dati Ocse: le raccomandazioni dell’Organizzazione

Come sottolinea l’Ocse, in Italia è necessaria maggiore flessibilità nell’accompagnare l’uscita dal mondo del lavoro, una flessibilità della quale sarà possibile usufruire dopo i 67 anni. Come si legge nel rapporto: “In alcuni Paesi in un contesto di invecchiamento della popolazione e di incombente riduzione del lavoro, questa necessità diventa urgente. Solo così le politiche previdenziali possono rispondere alle domande di flessibilità senza mettere a repentaglio la sicurezza economica degli anziani. il ritiro graduale dal mercato del lavoro – continua l’Ocse – non è comune: meno di un terzo di coloro che hanno più di 64 anni svolge tale attività part-time contro circa la metà dell’Ocse. In Italia la flessibilità in uscita sarà molto richiesta a partire da circa quattro anni prima della normale età di pensionamento, dopo aver versato contributi per almeno 20 anni“.

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