Lavoro in Italia: 4 giovani su 10 trovano impiego grazie alle raccomandazioni
Trovare lavoro in Italia è un’utopia? Se ne parla da decenni, così tanto che ormai è diventato uno stereotipo tutto italiano. In molti altri paesi del mondo si parla spesso di questo vizio tutto nostrano di anteporre le amicizie e i sentimenti alla professionalità sul luogo di lavoro e secondo gli ultimi dati raccolti dall’Istat, relativi all’ultimo trimestre 2016, la situazione non è affatto cambiata, anzi, quasi la metà dei giovani occupati trova impiego grazie alle raccomandazioni.
Lavoro in Italia: le raccomandazioni coinvolgono più spesso uomini del centro Italia
Questo fenomeno, che in realtà caratterizza il nostro paese da decenni, non conosce genere o specifica provenienza, anche se a beneficiare della classica ‘spintarella’, secondo le ricerche Istat, sarebbero soprattutto giovani maschi del centro Italia. Sempre secondo l’Istat, però, le raccomandazioni si riducono all’aumentare del livello di istruzione e il motivo è semplice: subentrano nuovi canali di comunicazione, come internet, inserzioni, segnalazioni da parte di enti e università o esperienze già maturate.
Lavoro in Italia: un giovane su tre è pronto a lasciare il paese
Al fine di trovare un impiego soddisfacente, almeno tre laureati su dieci sono disposti a lasciare il loro paese di origine, mentre sono almeno quattro su dieci i giovani che si dichiarano disposti a cambiare la loro residenza pur di trovare un lavoro. Tra i più giovani, invece, non sembra esserci questa disponibilità alle trasferte, in particolare nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni, mentre tra i 30 e i 34 anni subentrano altri vincoli di natura famigliare. I giovani maschi, comunque, sarebbero più propensi a lasciare l’Italia rispetto alle coetanee. Secondo l’Istat, infatti: “I giovani meridionali sono ben consapevoli delle scarse possibilità occupazionali presenti nelle loro aree di residenza e dunque della necessità di essere disponibili a spostarsi in aree meno depresse del Paese“.
Lavoro in Italia: sempre più laureati pronti a espatriare
Se i genitori possiedono un alto livello d’istruzione, specifica l’Istat, i figli sono più propensi a lasciare il luogo d’origine in cerca di fortuna all’estero. In termini percentuali, i giovani disposti a espatriare e con genitori aventi un basso titolo di studio sono il 49,8 per cento, contro i giovani con genitori laureati che sono invece il 63,1 per cento. In ogni caso l’Istat lancia l’allarme per quanto riguarda il fenomeno della fuga di cervelli: nei prossimi anni i dati su questa situazione saranno destinati a crescere.
© Tutti i diritti riservati. È vietata ogni forma di riproduzione.