Contratto a chiamata 2018: cos’è, requisiti e durata

Cos’è e come funziona il contratto a chiamata 2018? Questo tipo di regolamentazione viene anche definita contratto a intermittenza o lavoro intermittente ed è nata con la Legge Biagi del 2003. In un secondo momento è stata perfezionata dal jobs act dell’ex Primo Ministro, Matteo Renzi. Grazie a questo contratto, per il lavoratore è prevista una prestazione lavorativa esclusivamente a chiamata, ovvero quando l’azienda o il datore di lavoro necessitano della sua presenza. Ecco tutte le informazioni nel dettaglio che vi aiuteranno a comprendere appieno tutte le caratteristiche.

Contratto a chiamata 2018: cos’è

Il contratto a chiamata regola i rapporti di lavoro subordinati; questo perché il modo e le tempistiche entro le quali deve svolgersi la prestazione sono scelti dal datore di lavoro. Una volta stipulato il contratto, il lavoratore può essere chiamato dal proprio datore nel momento in cui si verificano dei picchi di lavoro o, ancora, durante i giorni festivi o nella stagione estiva. Spesso viene utilizzato in tutti quei settori lavorativi soggetti a picchi stagionali, come il turismo o la ristorazione.

Contratto a chiamata 2018: come si utilizza

Ci sono alcune regole obbligatorie da seguire da parte del datore di lavoro. Infatti, quando il datore di lavoro necessita del lavoratore intermittente, deve premurarsi di inviare per tempo un SMS che fungerà da comunicazione amministrativa nel caso in cui il lavoro debba essere svolto nell’arco delle successive dodici ore. In alternativa è possibile inviare un’e-mail certificata PEC entro un massimo di trenta giorni. In caso di mancanze di questa natura, i datori di lavoro possono ricevere sanzioni secondo i decreti amministrativi del jobs act.

Contratto a chiamata 2018: requisiti

Per essere valido, il contratto a chiamata deve poter soddisfare alcuni requisiti: è obbligatorio, infatti, indicare la durata del contratto, causale del lavoro intermittente, modalità di svolgimento e luogo di lavoro, preavviso di chiamata, trattamento economico e normativo, indennità di disponibilità nel caso sia prevista. Il lavoratore, inoltre, può avere più di un contratto a chiamata se soddisfa due requisiti: possibilità di svolgere entrambi i lavori e assenza di concorrenza tra le due aziende.

Contratto a chiamata 2018: chi può stipularlo

Il lavoro a intermittenza può essere somministrato solo in alcune fasce d’età. Riguarda, infatti, i lavoratori fra i 18 e i 25 anni non ancora compiuti e i soggetti con un’età superiore a 55 anni. Il datore di lavoro non può comunque avvalersi del lavoratore intermittente per un periodo superiore ai 400 a giorni nell’arco di tre anni solari. L’unica eccezione è consentita ai pubblici esercizi e ai settori del turismo e dello spettacolo. Nel caso in cui il lavoratore dovesse superare i 400 giorni, il contratto diventa automaticamente a tempo indeterminato e a tempo pieno, esclusi i settori del turismo, dello spettacolo e dei pubblici esercizi.

Contratto a chiamata 2018: ferie, malattia e TFR

Il contratto a chiamata è regolamentato come un contratto di lavoro a tutti gli effetti, per questo motivo il lavoratore può maturare tredicesima, quattordicesima, permessi, ferie e il trattamento di fine rapporto. Tutto questo, ovviamente, si baserà sul numero di ore di lavoro maturate. L’indennità è garantita anche durante il periodo di maternità o di malattia, l’importante è che il lavoratore percepisca l’indennità di disponibilità. Per quanto concerne il licenziamento, al lavoratore viene applicata la stessa normativa dei lavoratori dipendenti.

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