Trovare lavoro in Italia 2017: gli stranieri non laureati assunti crescono più degli italiani
Trovare lavoro in Italia 2017: negli ultimi tre anni l’Italia ha cominciato un lento processo di ripresa dalla grave crisi economica cominciata negli Stati Uniti già nel 2007. A beneficiare più degli altri di questo aumento del tasso di occupazione sono gli stranieri non laureati. Per gli immigrati con un titolo di studio basso, come la terza media, è quindi un momento di svolta, ma la colpa, ovviamente non è da attribuire a loro: nessuno sta rubando il lavoro a un altro, ma l’ultima indagine ISTAT conferma questo trend.
Trovare lavoro in Italia 2017: più offerte per stranieri con licenza media
Da quanto la recessione è terminata, infatti, l’occupazione degli stranieri non laureati e residenti in Italia è cresciuta del 59,7 per cento, un dato lievemente più basso rispetto al 59,92 per cento degli italiani. Durante la crisi economica, al contrario, a risentirne maggiormente erano soprattutto gli stranieri. Dall’inizio di quest’anno, invece, il tasso di occupazione per loro è aumentato dell’8,5 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2014, mentre per gli italiani i dati rimangono al 2,59 per cento.
Trovare lavoro in Italia 2017: situazione controversa
I dati sull’aumento dell’occupazione in base al titolo di studio parlano chiaro: vi sono alcuni settori che più di altri generano competizione tra italiani e stranieri, e la colpa non è, ovviamente, dei secondi. L’Italia, per riavviare la propria economia, ha utilizzato tutti quei settori in cui il lavoro qualificato e specializzato non era richiesto. Lo sfruttamento e il lavoro in nero, di contro, non si sono mai fermati. Sempre secondo i dati, poi, per gli italiani è cresciuto del 2,92 per cento il lavoro per laureati, mentre è diminuito quello per chi ha la terza media. La situazione per gli stranieri è, invece, l’esatto opposto.
Trovare lavoro in Italia 2017: e per gli stranieri laureati?
E cosa succede agli stranieri laureati? Per loro i dati non sono favorevoli: se, infatti, da una parte il lavoro poco qualificato esiste, per quegli stranieri con alto titolo di studio, come la laurea, la situazione è ben diversa. In questo caso le possibilità crescono più per gli italiani. Lo scontro fra civiltà o, per meglio dire, tra poveri, diventa quasi una realtà: si generano più attriti e l’integrazione fatica a decollare. In poche parole, se da un lato si preferiscono ingegneri italiani, dall’altro si cercano camerieri, fattorini e operai stranieri. Si tratta di una direzione, quella economica italiana, che potrebbe comportare molti più rischi che benefici: la politica nostrana, in questo caso, dovrebbe operare una vera e propria svolta a favore dell’integrazione e non lasciarsi andare a populismi e raccolte voti senza ritegno.
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