Lavorare all’estero: i 10 paesi migliori e i 10 peggiori in cui espatriare
Sono almeno 175 mila le persone che nel 2015 hanno lasciato l’Italia in cerca di fortuna all’estero. Andarsene è lecito, vista la recente crisi economica e la scarsità di lavoro nel bel paese, ma dove recarsi per lavorare all’estero? Gli italiani che risiedono oltre il confine, ormai, sono almeno 5 milioni e il dato, con molta probabilità, sarà destinato a una lenta ma inesorabile crescita. A dare una risposta esaustiva ci ha pensato Expat Insider che anche nella sua terza edizione ha portato avanti un’indagine per capire quali sono i paesi più gettonati: a essere interrogate sono state almeno 14 mila persone su 191 paesi e 174 diverse nazionalità. Ecco i risultati.
I 10 paesi migliori in cui espatriare
Come parametri sono stati utilizzati non solo la ricerca e la possibilità di lavoro, ma anche il sistema sanitario, l’interazione sociale e l’attenzione nei riguardi dei più piccoli. In cima alla lista, dunque, troviamo Taiwan, Malta ed Ecuador, mentre a seguire ci sono Messico, Nuova Zelanda, Costa Rica, Australia, Lussemburgo, Repubblica Ceca. Paesi tra loro molto differenti, ma accomunati da queste caratteristiche positive e dall’attenzione che dedicato ai particolari elencati.
I 10 paesi peggiori in cui espatriare
Di contro, però, esiste anche una lista dei peggiori paesi dove recarsi per lavorare all’estero e, purtroppo, in questo caso, non poteva mancare proprio l’Italia. Il bel paese, infatti, non sarebbe una meta molto attrattiva quando si parla di espatrio e ricerca del lavoro: su 67 paesi recensiti, ci troviamo al 59° posto, appena sopra il Qatar e subito dopo la Tanzania. Tra i luoghi peggiori, inoltre, troviamo anche Mozambico, Arabia Saudita, Egitto, Brasile, Nigeria, Grecia e Kuwait. Tutti paesi nei quali sarebbe meglio evitare di vivere da espatriati.
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