Pensioni novità 2017: aumento età pensionabile, Annamaria Furlan della Cisl “Situazione inimmaginabile”
Tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre, il tavolo delle trattative in merito all’aumento dell’età pensionabile tornerà a essere attivo. Il discorso, a quanto pare, per i sindacati non è assolutamente chiuso, come invece sosterrebbe il Governo Gentiloni. A sostenerlo, durante un’intervista per La Repubblica, è stata la segretaria della Cisl Annamaria Furlan.
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Pensioni novità 2017: le parole della segretaria Cisl Annamaria Furlan
Secondo Annamaria Furlan, infatti: “Lavorare fino a 70 anni per tutti è inimmaginabile. Credo che questa situazione vada analizzata meglio, e infatti c’è un tavolo aperto con il governo“. Parole, quelle della segretaria Cisl, che si uniscono ai commenti sulle intenzioni dell’Esecutivo Gentiloni si fare perno sugli incentivi ai giovani sotto i 35 anni di età, congelando quelli che, invece, dovrebbero favorire il ricambio generazionale. In questo modo, l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni diventerebbe una realtà entro il 1° agosto 2019, aumentando con il passare degli anni fino a toccare quota 70 anni.
Pensioni novità 2017: APE sociale e volontaria
Commenti anche sull’APE sociale e volontaria da parte della sindacalista Cisl: “L’Ape sociale e l’Ape volontaria sono meccanismi di flessibilità per l’anticipo in uscita, ma intanto il meccanismo dell’aspettativa di vita va avanti come se nulla fosse. Credo che invece fermarsi e valutare sia importante, anche per dare prospettive ai giovani. Ed è inaccettabile che questa esigenza debba essere messa in contrapposizione agli incentivi per le assunzioni giovanili che il governo intende varare, invece mirano entrambi a dare al Paese la spinta per crescere“.
Pensioni novità 2017: ripensare il meccanismo sull’aspettativa di vita
Secondo Annamaria Furlan, non bisogna auspicare una cancellazione del meccanismo dell’aspettativa di vita, al contrario sarebbe necessaria una sua modifica: “Non abbiamo chiesto la cancellazione del meccanismo sull’aspettativa di vita. Abbiamo chiesto invece di ripensarlo, anche perché l’aspettativa di vita non è uniforme, varia da lavoro a lavoro. Un meccanismo così draconiano andrebbe rivisitato anche in considerazione dei lavori usuranti“
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